ZUCCHERIFICIO DI ARGELATO
Exploration #217 Zuccherificio di Argelato (testo italiano a fondo pagina). The zuccherificio di Argelato (Argelato sugar factory) was built in 1970, probably by the Gruppo Saccarifero Veneto (formerly Montesi). The first production campaign took place in 1971. In 1987, the plant was used to process more than six million quintals of beet, using more than one million cubic metres of water from the water table, in addition to that drawn from the Reno river. The end of production coincided with the last campaign in 1991. The factory was later emptied of all machinery and the area abandoned.
The sugar factory employed hundreds of employees, some seasonal, some permanent. A large part of these came from Tuscany, another part from Argelato and surrounding towns, others from closed factories in other regions. It is said that work here was really well paid and allowed employees to maintain a more than decent standard of living.
But even in the face of this economic prosperity, it was not possible to overlook the unbearable unpleasant smells that resulted from the particular way in which sugar was extracted during beet processing and the resulting putrefaction of organic pollutants in the waste water.
On the south and east sides are nine large tanks, about four metres deep. Despite the bad smell, the presence of large pools of water rich in microorganisms attracted many animals, especially birds. For this reason, following the closure of the plant and subsequent reclamation, the area has been recognised as a Z.P.S. (Special Protection Area) of the Natura 2000 Network project and named ‘Bacini ex-zuccherificio di Argelato e Golena del Fiume Reno’ (former sugar refinery basins of Argelato and the floodplain of the Reno River).
(source: www.storiedipianura.it).
You could also have a look to my exploration at the Zuccherificio di Cecina.
Exploration #217. Lo zuccherificio di Argelato fu costruito nel 1970, probabilmente dal Gruppo Saccarifero Veneto (ex Montesi).
La prima campagna si è svolta nel 1971. Nel 1987 lo stabilimento è stato usato per la lavorazione di oltre sei milioni di quintali di barbabietole, utilizzando più di un milione di metri cubi di acqua proveniente dalla falda, in aggiunta a quella attinta dal fiume Reno. La fine della produzione invece coincise con l’ultima campagna del 1991. In seguito lo stabilimento fu svuotato da tutti i macchinari e l’area abbandonata.
Lo zuccherificio impiegava centinaia di dipendenti, alcuni stagionali, altri fissi. Buona parte di questi proveniva dalla Toscana, un’altra parte da Argelato e dai paesi limitrofi, altri ancora da stabilimenti chiusi in altre regioni. Si dice che il lavoro in questo luogo fosse davvero ben pagato e consentisse ai dipendenti di mantenere un più che dignitoso tenore di vita.
Ma anche a fronte di questo benessere economico, non era possibile trascurare gli insopportabili cattivi odori che derivavano dal particolare modo di estrarre lo zucchero durante la lavorazione della barbabietola e dalla conseguente putrefazione degli inquinanti organici che caratterizzavano le acque di scarico.
Sui lati sud ed est si trovano nove grandi vasche, profonde circa quattro metri. Nonostante il cattivo odore, la presenza di grandi vasche d’acqua ricche di microorganismi ha attirato qui molti animali, soprattutto uccelli. Per questa ragione, a seguito della chiusura dello stabilimento e di successive bonifiche, la zona è stata riconosciuta tra le Z.P.S. (Zone a Protezione Speciale) del progetto Rete Natura 2000 e denominata “Bacini ex-zuccherificio di Argelato e Golena del Fiume Reno” (da: www.storiedipianura.it).
Se ti è piaciuta questa esplorazione puoi fare un occhio anche alla mia visita allo Zuccherificio di Cecina.