ZUCCHERIFICIO G. [IT]


Exploration #191 (testo italiano a fondo pagina). This sugar factory began its activity in 1899, a period when many similar industrial plants were opened in Italy to process sugar beet for the production of refined sugar. Also part of the complex was a small chemical laboratory, the director’s building and some housing for employees.
The sugar produced by this factory, perhaps thanks to the goodness of the water from the Elsa river used in the production of the beet, was of excellent quality that it was apparently also destined for the Vatican. The factory produced sugar in crystal form or in lumps. Molasses, a by-product of processing, was destined for the confectionery industry. The lumps, a by-product of processing, were used as animal feed.
As in all sugar factories, the processing campaign lasted three to four months, during which time the process was carried out in a continuous cycle in three shifts to ensure that the processed product did not solidify and damage the machinery. During the rest of the year, only maintenance and plant preparation operations were carried out. Many people from all over the neighbouring countries worked in the sugar factory, often the farmers themselves.
The factory stopped production with the last campaign in 1971, due to the fact that the production technology was no longer up to date.
The building, now empty, still retains all its grandeur, a vast, very high room with arched windows throughout, almost reminiscent of a Gothic cathedral.
The complex is now in a state of abandonment after several redevelopment projects failed.

Esplorazione #191. Questo zuccherificio inizia la sua attività nel 1899, anni in cui furono aperti molti stabilimenti industriali simili in Italia destinati alla lavorazione della barbabietola da zucchero per la produzione di zucchero raffinato. Faceva parte del complesso anche un piccolo laboratorio chimico, la palazzina del direttore e alcune abitazioni per i dipendenti.
Lo zucchero prodotto da questo stabilimento, forse grazie alla bontà dell’acqua del fiume Elsa utilizzata nella produzione della barbabietola, era di ottima qualità tanto che sembra venisse destinato anche allo stato Vaticano. In questo stabilimento si otteneva zucchero in cristalli o in zollette. La melassa, sottoprodotto della lavorazione era destinata all’industria dolciaria. Le fettucce, scarto della lavorazione, erano adibite a mangime per animali.
Come in tutti i zuccherifici, la campagna di lavorazione durava dai tre a quattro mesi, periodo in cui si lavorava a ciclo continuo su tre turni al fine di garantire che il lavorato non si solidificasse andando a danneggiare i macchinari. Durante il resto dell’anno invece erano attive soltanto operazione di manutenzione e preparazione degli impianti. Nello zuccherificio lavorano molte persone appartenenti a tutti i paesi limitrofi, spesso anche gli stessi agricoltori.
Lo stabilimento fermò la produzione con l’ultima campagna del 1971, a causa delle tecnologie produttive non più aggiornate.
L’edificio, ormai vuoto, conserva ancora tutta la imponenza, un vasto ambiente molto alto con finestre ad arco in tutta la sua altezza, quasi a ricordare una cattedrale gotica.
Il complesso è ad oggi in stato di abbandono dopo che numerosi progetti di riqualifica sono falliti.