LA CASA DI ALICE E NELLY [IT]
Exploration #104 (testo italiano a fondo pagina). This small house, now hidden by thick vegetation, is located along the road at the edge of a small country village. The house belonged to two brothers, Alice and Nelly, who decided to live in this very isolated house to dedicate themselves to their passion for art. Because of their lonely life and their unconventional lifestyle many legends have arisen related to this place.
Certainly it is known that they moved into this house in 1946, with their mother. Their father had died electrocuted while working on a high voltage power line: hence the refusal of the mother to equip the house with an electrical system, a refusal also followed by her children.
Alice and Nelly were both teachers. They decided to lead an almost hermitic life, holed up in their world, their “House of fairy tales”. Here without comfort, electricity, gas and water (there are no traces of sinks or toilets), they lived mostly eating the food grown in their garden, raising chickens and chickens. They managed to make a living from the income from the sale of their artwork, which was often reinvested in the purchase of other colours and paints. Nelly worshipped her sister to the point of not calling her by name, for him she was Divine and with this nickname he addressed her.
Alice died in 2007 and was buried by his will wearing fur and python shoes. From that moment on, Nelly left the house and, before joining her sister in the afterlife, ended up in two retirement homes where she told him every day how important his sister was to him.
Because of their strange way of life there are many rumours about these two brothers. Some talk about an enchanted garden that enchanted and attracted children who were then captured, killed and eaten. Another second legend concerns the brothers’ father who was believed to be a spy for the Germans during the Second World War. After the liberation by the Allies and the partisans he decided to take refuge in this country house, where he died a few years later.
Esplorazione #104. Questa piccola casa, ormai nascosta da una fitta vegetazione, si trova lungo la strada ai margini di un paesino di campagna. La casa apparteneva a due fratelli, Alice e Nelly, che decisero di vivere in questa casa molto isolata per dedicarsi alla loro passione per l’arte. Proprio per la loro vita solitaria e il loro stile di vita anticonformistico molte leggende sono sorte legate a questo luogo.
Di certo si sa che si trasferirono in questa casa 1946, con la madre. Il padre era morto folgorato mentre lavorava su una linea elettrica dell’alta tensione: di qui il rifiuto della madre di dotare la casa di impianto elettrico, un rifiuto seguito anche dai suoi figli.
Alice e Nelly erano entrambi insegnanti. Decisero di condurre una vita quasi eremitica, rintanandosi nel loro mondo, la loro “Casa delle favole”. Qui senza comfort, elettricità, gas ed acqua (non vi sono tracce di lavelli o bagni), i due vivevano mangiando per lo più il cibo coltivato nel loro orto, allevando polli e galline. Riuscivano a mantenersi attraverso gli introiti delle vendite delle loro opere d’arte che spesso venivano reinvestiti nell’acquisto di altri colori e vernici. Nelly venerava la sorella al punto da non chiamarla per nome, per lui era Divina e con questo appellativo si rivolgeva a lei.
Alice muore nel 2007 e per suo volere viene sepolta con indosso pelliccia e scarpe di pitone. Da quel momento Nelly abbandona la casa e, prima di raggiungere la sorella nell’aldilà, finisce in due case di riposo dove ogni giorno racconta di quanto importante fosse per lui sua sorella.
A causa del loro strano modo di vivere girano molte voci riguardanti questi due fratelli. Alcuni parlano di un giardino incantato che incantava e attirava i bambini che poi a sua volta venivano catturati, uccisi e mangiati. Un’altra seconda leggenda riguarda il padre dei fratelli il quale si riteneva fosse una spia per conto dei tedeschi durante la seconda guerra mondiale. Dopo la liberazione da parte degli Alleati e dai partigiani decise di rifugiarsi in questa casa di campagna, dove vi morì pochi anni dopo.